Il brano di questa domenica è presente solo nel Vangelo secondo Luca: solo lui racconta la missione dei 72 discepoli* oltre all’invio dei Dodici che è narrato anche da Marco e Matteo. Il motivo di questa particolarità forse sta nel fatto che Luca stesso, pur non avendo il titolo e l’autorità di apostolo come Paolo, aveva collaborato a lungo con lui all’opera missionaria. Perciò, probabilmente Luca si sentiva simile a questi 72 missionari che pur non essendo apostoli erano incaricati della loro stessa missione**.
Questo brano ci può dare suggerimenti importanti in questo tempo nel quale la nostra diocesi si appresta a riflettere sui ministeri battesimali. Fino a oggi le parrocchie sono state affidate ai preti perché le vocazioni sacerdotali erano molto numerose e quindi i presbiteri potevano portare avanti tutte le attività, con qualche aiuto (sempre subordinato). I successori degli apostoli sono i vescovi, ma i sacerdoti sono i loro più stretti collaboratori e ne condividono in parte l’autorità. Negli ultimi anni, però, come tutti sanno, i presbiteri sono sempre meno numerosi e il loro numero diminuirà ancora nel futuro prossimo. La parola che oggi abbiamo ascoltato è più che mai attuale: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il Signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!». Ecco perché la missione della Chiesa, che è far conoscere e accogliere il Vangelo, sarà affidata sempre più anche a diaconi, religiose e religiosi, laiche e laici che in forza del loro battesimo diventeranno corresponsabili delle comunità parrocchiali. Saranno un po’ come questi 72 missionari inviati da Gesù.
E come sarà la loro missione? Ovviamente in questo brano non ci sono istruzioni immediatamente applicabili per il nostro tempo, ma ci sono indicazioni fondamentali per l’annuncio del Vangelo.
Povertà. «Non portate borsa, né sacca, né sandali»: l’annunciatore del Vangelo non deve utilizzare mezzi umanamente potenti, altrimenti confida in essi e non lascia spazio alla forza di Dio.
Gratuità. «Non passate da una casa all’altra»: se l’annunciatore cerca anche dei vantaggi e delle comodità per sé, squalifica sé stesso e il suo annuncio.
Discernimento. Per ben due volte Gesù ordina: «Mangiate quello che vi sarà offerto», perché gli ebrei seguivano e seguono norme alimentari molto precise e molto importanti per loro, ma a volte bisogna derogare a norme e tradizioni pur venerabili, se creano distanze e ostacoli alla comunione e all’accoglienza del Vangelo. Certo, ci sono anche quelli che trasgrediscono continuamente le norme e così creano un sacco di guai, ma c’è anche chi per restare fedele alla lettera tradisce lo Spirito. Le norme aiutano a guidare le azioni e perciò vanno comprese e rispettate, ma non sono un assoluto.
«Curate i malati». La traduzione usata dalla liturgia di oggi dice: «Guarite i malati», ma il testo di San Luca dice “therapeúete”, cioè “curate”. Non sempre è possibile guarire, risolvere i problemi, ma è sempre possibile prendersi cura. Prendersi cura dei più fragili è il segno che più di ogni altro certifica l’autenticità dell’annuncio e dell’annunciatore del Vangelo.
*Perché Gesù ne invia 72? È un numero che ritorna spesso nella Bibbia, per vari motivi, quindi possono esserci varie spiegazioni, ma sembra che a quel tempo si credesse che i popoli di tutto il mondo fossero proprio 72. Dunque, 72 missionari per prefigurare la missione universale che avrebbe avuto inizio dopo la risurrezione di Gesù e la discesa dello Spirito Santo.
**L’esperienza missionaria vissuta da Luca deve averlo ispirato mentre scriveva non solo gli Atti degli Apostoli (essendo uno dei protagonisti di quegli avvenimenti), ma anche il Vangelo: molto più degli altri evangelisti, infatti, egli parla non solo di questi 72 missionari, ma anche della povertà, delle donne, dello Spirito Santo e della preghiera perché egli stesso, come missionario itinerante, ha vissuto poveramente, è stato aiutato da donne coraggiose ed è stato testimone della potenza dello Spirito Santo invocato con la preghiera.