La quaresima che iniziamo con il digiuno di oggi e con il rito delle Ceneri è, come si dice, uno dei “tempi forti” dell’anno liturgico. La tradizione ci insegna a praticare in questo tempo le classiche opere penitenziali di cui parla anche il Vangelo di oggi: l’elemosina, la preghiera e il digiuno, ma forse, prima delle opere, dobbiamo porre attenzione al tempo in cui le pratichiamo. Mi sembra infatti che uno dei problemi principali per molti di noi, preti compresi, sia proprio il tempo.
Abbiamo tante cose da fare prima di tutto per adempiere i nostri doveri nei confronti del lavoro e della famiglia; poi per venire incontro alle proposte e alle richieste degli amici; poi magari anche per approfittare almeno un po’ delle opportunità che ci offre il benessere di cui godiamo… Mi accorgo del problema del tempo anche quando si cerca un’ora alla settimana per la catechesi ai bambini e non si trova perché hanno tanti impegni; o quando gli adolescenti non si incontrano per lo stesso motivo (è vero che hanno parecchi impegni, ma non sanno cosa li aspetta più avanti!); o quando alla Messa festiva non si partecipa perché si è troppo stanchi o perché si dà precedenza ad altre attività, come lo sport… La vita di molti di noi è molto piena, impegnata, e questo è un bene, fino a un certo punto, ma può rischiare di diventarlo un po’ troppo, al punto che le cose urgenti annullano quelle importanti. Per le cose importanti si aspetta di avere quel tempo e quella calma che non abbiamo quasi mai.
Ecco, forse la quaresima potrebbe diventare il tempo… del tempo: tempo in cui si toglie qualcosa alla nostra vita un po’ frenetica per usarlo diversamente. Come la pratica del digiuno consiste nel togliere un po’ di cibo dal proprio piatto e l’elemosina nel togliere un po’ di denaro dal proprio portafoglio, per la preghiera e l’ascolto della parola di Dio è necessario togliere un po’ di tempo alle proprie attività consuete e “perdere tempo” per il Signore, a volte senza ottenere in cambio niente, almeno in apparenza, nemmeno un po’ di devozione o un pensiero interessante. Capita anzi che quando ci si ferma per pregare, la testa continui a lavorare per conto suo al solito ritmo: chissà come, vengono in mente gli impegni che avevamo scordato, le cose che potremmo fare dopo o magari certi ricordi che credevamo ormai cancellati. Può venire voglia di lasciar perdere, perché ci sembra di perdere tempo, e in un certo senso è così: però il nostro tempo, così prezioso per noi, non lo stiamo davvero perdendo, ma lo stiamo regalando, consacrando a Dio, anche se non riusciamo a placare il chiacchiericcio interiore e il tumulto dell’immaginazione.
Il tempo della quaresima, nella tradizione cristiana, è tempo di rinuncia, ma non fine a se stessa: provando a togliere qualcosa dal nostro piatto, dal nostro portafoglio e soprattutto dalle nostre attività, possiamo scoprire che a volte “meno è meglio” e ciò che perdiamo in quantità di attività potremmo riguadagnarlo in qualità di vita. Fare buon uso del tempo non significa per forza sfruttarlo fino all’ultima goccia, ma può voler dire anche gustarlo, aver cura della sua qualità.
Ci sono tante proposte pastorali in occasione della quaresima: missionarie, caritative, di preghiera e di riflessione… sarebbe controproducente cercare di aggiungerle ai nostri già troppi impegni.
Potrebbe essere una buona idea cercare di togliere qualcosa alle nostre occupazioni, fare un po’ di vuoto nel nostro tempo e scegliere una di queste proposte, o anche nessuna, per fermarci e rimettere un po’ di ordine nella nostra vita.
Meditazione Mercoledì delle Ceneri 05/03/2025
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