Meditazione 27^ domenica del tempo ordinario 05/10/2025

Il Vangelo di questa domenica parla di “servi inutili”, ma in italiano la parola ‘inutile’ significa “che non serve a niente”, mentre invece questi servi hanno fatto tutto quello che gli era stato ordinato.
Allora non sono veramente inutili: cosa significa questa parola (achreîoi) di Gesù?
Nei versetti che precedono questo brano Gesù comanda di perdonare anche sette volte al giorno un fratello che si pente. Gli apostoli capiscono subito di non essere capaci di mettere in pratica questo comando del Signore, ma d’altra parte il Vangelo è così: chiede di perdonare sempre; di essere misericordiosi come il Padre che è nei cieli; di pregare sempre, senza stancarsi; di distaccarsi da tutti i propri beni… Il Vangelo non mette mai una misura, un limite: ci dice che siamo fatti per l’infinito, ma il più delle volte noi non riusciamo a crederci, abbiamo paura, temiamo che ci verrà a mancare qualcosa di essenziale. Perciò gli apostoli dicono a Gesù: «Accresci in noi la fede!», ma lui risponde: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe», che in parole povere vuol dire: «La fiducia (fede vuol dire fiducia) non è poca o tanta, piccola o grande: o c’è o non c’è».
Perdonare sempre, pregare sempre, distaccarsi da tutti i propri possessi e vivere tutte le esigenze radicali del Vangelo è un’impresa impossibile per le nostre forze, come sradicare una pianta e trapiantarla in mare: solo Dio può trasformare così la nostra vita e per farlo ha bisogno che ci fidiamo di lui, ma che ci fidiamo davvero, non “fino a un certo punto” (che in realtà vuol dire non fidarsi affatto).
Il Vangelo non è fatto per pochi eroi dotati di una volontà sovrumana: è la buona notizia che Dio vuole renderci suoi figli a immagine di Gesù ed è capace di farlo, se ci lasciamo guidare da lui con piena fiducia.
Ogni giorno ci sono occasioni per amare, per perdonare, per rinunciare agli attaccamenti, ma se qualcuno riesce a mettere in pratica quel che dice il Vangelo, non deve pensare di aver fatto qualcosa di straordinario, di avere acquistato meriti particolari o di essere migliore degli altri: ha ricevuto un dono gratuito (grazia). Perciò cosa significa in questo contesto «siamo servi inutili»?
Vuol dire “servi ai quali non è dovuto alcun favore particolare da parte del padrone”: «siamo semplicemente dei servitori; abbiamo fatto solo quello che ci è stato dato di fare».
Questo non per sminuire le cose belle che il Signore compie nella nostra vita, ma per non rovinarle con la superbia, la presunzione e l’egoismo. Il bene, anche quello costoso, soprattutto quello costoso, lo si fa in silenzio e con umiltà, altrimenti è rovinato.
Il servizio non è motivo di vanto o di pretesa: è il modo in cui si realizza del nostro cammino di fede, lo strumento che il Padre adopera per riprodurre in noi l’immagine del Figlio.


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