Meditazione 6^ domenica di Pasqua 14/05/2023

Torniamo alle omelie, più brevi rispetto alle tre lunghe meditazioni su Gesù via verità e vita.
In questo weekend nella mia parrocchia celebriamo l’iniziazione cristiana (battesimo-cresimaeucaristia) di 2 ragazzine di quinta elementare e per altri nove coetanei la cresima e la prima comunione. A messa in parrocchia li ho visti raramente, credo. Forse vanno a messa da qualche altra parte? Speriamo.
Cosa dovrò dire? Fare finta di niente e dire due parole di circostanza? O sottolineare il problema e rovinare la festa a tutti?
Da cerchiobottista quale – ahimè – sono sempre stato, credo che farò così: racconterò del mio cinquantesimo compleanno. Da parenti, amici e parrocchiani ho ricevuto molti regali, tra i quali una grande borsa da viaggio, dell’abbigliamento tecnico per le mie escursioni in montagna, un coltello svizzero con tanti accessori: non so perché, ma mi sono sempre piaciuti i coltelli svizzeri, anche se poi li ho usati pochino. Poco prima del compleanno, che cade in gennaio, avevo approfittato dei saldi invernali e mi ero regalato ben due paia di scarpe, tipo barche, a bordo delle quali progettavo di iniziare la benedizione delle famiglie in parrocchia.
Poi, come credo tutti sappiano, qualche mese dopo ho avuto un incidente e sono diventato tetraplegico. La borsa l’ho usata per andare a Lourdes più di una volta, invece le scarpe invernali che non avevo mai indossato le ho regalate al fratello di un mio amico che porta il 46 come me; il coltello svizzero l’ho regalato a mia nipote scout e la giacca a vento è ancora chiusa nell’armadio: io sono diventato troppo grasso e non ho ancora trovato uno della mia taglia al quale regalarla.
Lo Spirito Santo che si riceve nei sacramenti è il dono più prezioso di tutti, ma non si sa cosa succederà di questo dono. Come dice il Vangelo di questa domenica, se amiamo Gesù e mettiamo in pratica i suoi insegnamenti/comandamenti, allora faremo esperienza di una presenza in noi che ci darà gioia: «Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui» (Gv 14,21). Se viviamo in pienezza la vita cristiana, il dono dello Spirito Santo ci accompagnerà e ci porterà a fare delle scoperte inaspettate.
Se invece non parteciperemo alla vita della Chiesa, allora resterà chiuso come in un armadio, come un vestito bellissimo che è stato usato per la festa di un giorno e poi non è più stato indossato. A differenza dei miei regali di compleanno, lo Spirito Santo non si può regalare a qualcun altro se non lo si “adopera”, se non lo si vive. Possiamo trasmettere la vita di Gesù solo se la viviamo in noi stessi; possiamo testimoniare la nostra speranza – come dice San Pietro nella seconda lettura – solo se viviamo questa speranza. Gesù dice che «Lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce, voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi». In realtà molti cristiani sono come il mondo: lo Spirito di verità non lo conoscono perché non pregano, non frequentano i sacramenti e non mettono in pratica gli insegnamenti di Gesù. Pensano che sia sufficiente comportarsi onestamente, lavorare e prendersi cura della propria famiglia. Sono cose buone e belle, anzi ottime, ma anche i buddhisti, gli ebrei e gli atei possono farle. I cristiani invece possono ricevere un dono molto più grande: lo Spirito Santo, la presenza di Gesù e del Padre dentro di sé, la vita di Dio come nuovo motore della propria vita. Anzi: questo dono lo hanno ricevuto tutti nel Battesimo e negli altri sacramenti, ma per molti rimane chiuso nell’armadio perché ci sono tante altre cose che sembrano più importanti, che vengono prima.
Qualcun altro invece lo vive senza saperlo: ama Dio e il prossimo proprio perché lo Spirito Santo gliene dà la possibilità, ma non è consapevole di questa presenza. Assomiglia a uno che ha ricevuto un bellissimo dono, ma non sa da chi, non sa chi ringraziare. Molti cristiani non saprebbero dire chi è lo Spirito Santo, ma Lui non ha bisogno di essere chiamato col suo nome per agire e trasfigurare la nostra vita. C’è, è presente e vivo e agisce se cerchiamo sinceramente di fare la volontà di Dio nella nostra vita.
Concluderò augurando a questi undici bambini e bambine di scoprire giorno per giorno la presenza di Dio in loro, la sua azione che riempie la vita di gioia e la trasforma a immagine di Gesù. Sarà sufficiente? Avrò adempiuto il mio dovere? C’è qualcos’altro che potrei e/o dovrei fare? Me lo chiedo sempre e spero che prima o poi troverò la risposta.


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