Nel giovedì santo e nelle sue letture si toccano molti temi importanti e non è possibile trattarli tutti.
Quest’anno mi vorrei soffermare in particolare sul sacerdozio.
Nel Primo Testamento, e in generale in quasi tutte le religioni, i sacerdoti sono gli “addetti al culto”, coloro che mettono in relazione, in collegamento il mondo profano e il mondo divino; sono i mediatori del rapporto tra Dio e il popolo. Offrono doni da parte dei fedeli e ottengono in cambio favori da parte di Dio: la pioggia, un buon raccolto, la fecondità, il perdono dei peccati e altro ancora. Tutto questo parte dall’idea che Dio è inaccessibile e anche pericoloso: avvicinarsi a lui senza permesso e senza le dovute cautele può costare la vita.
Per la fede cristiana, invece, esiste un unico mediatore tra Dio e l’umanità, un unico sommo sacerdote: l’uomo-Dio Cristo Gesù. “Dio, nessuno lo ha mai visto – dice San Giovanni all’inizio del suo Vangelo – il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato” (Gv 1,18). Come sommo sacerdote Gesù ha offerto se stesso, la propria vita, e ha portato all’umanità il perdono di Dio.
Tutti coloro che credono in lui e sono battezzati nel suo Nome possono quindi rivolgersi a Dio senza bisogno di altri mediatori e offrire se stessi e le loro preghiere chiedendo anche liberamente ciò di cui hanno bisogno: è il sacerdozio comune dei fedeli. Come battezzati siamo tutti sacerdoti: possiamo presentarci senza paura davanti a Dio e intercedere gli uni per gli altri.
Tra tutti i battezzati, alcuni fratelli sono chiamati a servire i fedeli esercitando la presidenza: si chiama “sacerdozio ministeriale” che vuol dire “sacerdozio di servizio”, servizio pastorale, servizio di presidenza della comunità esercitato da vescovi e presbiteri.
Quelli che governano la comunità di conseguenza presiedono la celebrazione dell’Eucaristia nella quale la Chiesa ripresenta a Dio il sacrificio di Gesù. Per questo sono detti “sacerdoti”: perché presiedono il culto della Chiesa, non al posto o in rappresentanza dei fedeli, ma insieme a loro, con un ruolo specifico. Il culto è celebrato da tutta la Chiesa, ma ordinata in diversi ministeri.
Nel Nuovo Testamento i vescovi e i presbiteri non sono mai chiamati “sacerdoti”, ma ben presto, fin dall’inizio del terzo secolo, il popolo cristiano ha riconosciuto la loro funzione sacerdotale, dato che presiedevano il culto della Chiesa. Si tratta però di un sacerdozio diverso da quello delle altre religioni o da quello del Primo Testamento: è un sacerdozio che non deve annullare, ma sostenere il sacerdozio dei fedeli che deriva dal sacerdozio di Cristo.
Il clericalismo, cioè la mentalità che trasforma i sacerdoti in una casta di privilegiati al di sopra degli altri cristiani, è lo stravolgimento del sacerdozio ministeriale. Il modello del servizio di autorità nella Chiesa è proprio la lavanda dei piedi che oggi celebriamo: “Voi mi chiamate Maestro e Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi” (Gv 13,13-15). Il servizio reciproco è la concretizzazione del comandamento nuovo di Gesù (cf. Gv 15,12.17) ed è il principio ispiratore e il modello dell’esercizio dell’autorità nella Chiesa. “Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore” (Mc 10,42-43).
La tentazione di credersi più importanti degli altri e di prevaricare su di essi è presente in ciascuno di noi, ma soprattutto in chi ha un qualche potere, perciò bisogna pregare per chi è investito di autorità. L’offerta più gradita al Padre, quella che ogni cristiano può e deve offrire partecipando al sacerdozio di Cristo, è l’amore fraterno che si concretizza nella disponibilità al servizio reciproco: “Portate i pesi gli uni degli altri, così adempirete la legge di Cristo” (Gal 6,2).
Meditazione Giovedì Santo 17/04/2025
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