Oggi la chiesa celebra la solennità della Trinità santa di Dio. In questo nostro mondo non abbiamo nessuna esperienza di un essere multipersonale: umani e animali sono tutti individui. Invece Dio si è rivelato a noi come unico, ma in tre Persone: non tre dèi, non tre parti, non tre aspetti, ma un solo Dio in tre Persone. Inutile cercare paragoni, che non reggono: è meglio meditare quel che Dio ha detto di sé, come ha voluto farsi conoscere da noi.
Nella seconda lettura San Paolo conclude la seconda lettera ai Corinzi con alcune parole che sono diventate anche un saluto liturgico all’inizio della messa: «La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio (Padre) e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi». Sono parole che possono aiutarci, se non a comprendere, almeno ad adorare la Trinità santa di Dio, a non sentirla lontana da noi.
Vediamo uno per uno questi tre nomi e cerchiamo di comprenderli.
«La grazia del Signore Gesù Cristo», che cos’è? È la sua benevolenza gratuita che lo ha spinto a dire e a fare tutto ciò che ha detto e ha fatto per il nostro bene, per la nostra salvezza. In italiano noi usiamo la parola latina ‘gratis’, che vuol dire proprio “per grazia”, cioè senza contraccambio, senza nessun merito precedente, per libera iniziativa, gratuita, appunto. Si entra davvero nella fede cristiana quando ci si accorge, si comprende, si crede che siamo amati gratuitamente dal Signore Gesù, che siamo preziosi ai suoi occhi, che il suo amore per noi non è condizionato da quel che facciamo. Non abbiamo meritato la salvezza: è gratis, è grazia, è amore preveniente.
«Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi» (Gv 15,16).
Questo «amore di Dio», del Padre, si è manifestato infatti donandoci il suo Figlio, come dice il brano del Vangelo di oggi: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna». Ciascuno di noi è amato da Dio, dal Padre, fin dall’eternità: siamo stati «scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nell’amore» (Ef 1,4). Nessuno ha mai visto Dio (cf. Gv 1,18): Gesù, il Figlio di Dio, è lui che ce lo ha raccontato con le sue parole e le sue azioni. Da ciò che Gesù ha detto e fatto possiamo capire e credere che il Padre ci ama, che il suo modo di relazionarsi con
noi è l’amore.
«La comunione dello Spirito Santo»: come dicevo al termine dell’omelia di domenica scorsa, lo Spirito Santo è donato alla comunità, con doni diversi per ciascuno, ma per formare un unico corpo, per creare comunione tra noi. L’amore gratuito di Dio chiede di essere condiviso, chiede di essere ridonato tra noi. È l’unico modo autentico di ricambiare davvero l’amore di Dio: «Se uno dice: “Io amo Dio” e odia suo fratello, è un bugiardo. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede» (1 Gv 4,20).
Lo stesso Spirito che viene invocato dal sacerdote durante la messa per trasformare il pane e il vino nel Corpo e Sangue di Cristo offerti per noi, viene invocato anche sull’assemblea «perché diventiamo in Cristo un solo corpo e un solo spirito». Questo è il sacrificio gradito a Dio: fare spazio agli altri, farli crescere, cercare di essere uniti gli uni gli altri, servendoci reciprocamente.
La grazia, l’amore e la comunione. Il Figlio, il Padre e lo Spirito: Dio venuto fino a noi, Dio da cui veniamo noi, Dio che abita in noi.
Santa Trinità, unico Dio, fa’ che accogliamo la tua grazia, riconosciamo il tuo amore e viviamo nella comunione che tu ci doni.
Meditazione S. Trinità 04/06/2023
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