Meditazione S.Trinità 15/06/2025

Oggi la Chiesa celebra il mistero della santissima Trinità di Dio: un solo Dio in tre Persone, Padre, Figlio e Spirito Santo. È qualcosa che non si può spiegare completamente e siccome a nessuno sarebbe venuto in mente di inventare qualcosa che non si può spiegare, sono convintissimo che questa è la verità che ci è stata donata.
Sono stati escogitati tanti paragoni per cercare di illustrare – non dico spiegare – questa realtà, ma tutti i paragoni zoppicano un po’. Proprio oggi però ne ho trovato uno che mi è piaciuto molto, anche se – ripeto – i paragoni sono una specie di schizzo, non un ritratto della realtà.
C’è qualcosa che tutti conosciamo, anche se non ci pensiamo molto: il linguaggio.
Mentre tengo questa omelia in chiesa, c’è un’idea che voglio trasmettere, ma ho bisogno del mio apparato fonatorio, della mia carne per poterla comunicare. A sua volta, tutto il mio complesso apparato fonatorio non servirebbe a nulla se non ci fosse l’aria, il respiro, il soffio.
Il soffio passa attraverso la mia carne articolando parole che, spero, comunicano un’idea e questa idea arriva a chi ascolta senza che si debba pensare a tutto questo processo.
Ecco, in un certo senso – solo in un certo senso – il linguaggio umano assomiglia un po’ a Dio e in effetti ha in sé qualcosa di divino. Dio è in sé irraggiungibile e incomprensibile, ma ha voluto farsi conoscere e incontrare attraverso la carne di Gesù, Verbo di Dio fatto carne. Ma anche la carne di Gesù sarebbe rimasta muta senza il “soffio di Dio”, lo Spirito Santo. È lo Spirito che ci fa amare e comprendere Gesù, come dice il brano evangelico di oggi: «Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future» (Gv 16,13).
È uno solo il Dio che si è voluto donare, ma tre sono le Persone che comunicano con noi.
E volendo estendere ancora un po’ questo paragone, col pericolo di stiracchiarlo, aggiungo un’altra somiglianza tra il linguaggio e Dio: anche il discorso più vero, giusto ed espresso con chiarezza può essere distorto, travisato e rifiutato da chi non lo vuole accogliere. Così pure Gesù, Verbo di Dio incarnato per la nostra salvezza, non è stato accolto da tutti nella sua vita terrena e durante la storia fino a oggi e fino al suo ritorno glorioso. Dio si è comunicato, si è donato all’umanità, ma una parte del suo “uditorio” lo ha respinto e lo respinge tuttora.
Questo non ci deve stupire: specialmente oggi va molto di moda la polemica, spesso pretestuosa.
Anziché cercare di cogliere benevolmente il senso di ciò che esprime il proprio interlocutore, molti cercano solo i punti deboli della sua esposizione per criticarla e demolirla. Viene in mente ciò che Sant’Ignazio di Loyola scrisse all’inizio del libro degli Esercizi Spirituali: «È da presupporre che un buon cristiano deve essere propenso a difendere piuttosto che a condannare l’affermazione di un altro. Se non può difenderla, cerchi di chiarire in che senso l’altro la intende; se la intende in modo erroneo, lo corregga benevolmente; se questo non basta, impieghi tutti i mezzi opportuni perché la intenda correttamente, e così possa salvarsi».
Dio dona sempre lo Spirito Santo, lo Spirito di Gesù, ma accoglierlo, com-prenderlo, è anche una nostra libera scelta.


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