Meditazione Trasfigurazione del Signore 06/08/2023

Credo ci siano soprattutto tre capacità che ci distinguono dal resto del mondo animale, al quale comunque apparteniamo: la capacità di distinguere il vero dal falso e quindi di ricercare la verità; la capacità di distinguere il bene dal male e quindi di realizzare il bene; infine, la capacità di cogliere la bellezza e anche di crearla.
Soprattutto dall’Illuminismo in poi, il cristianesimo ha dovuto dar conto di sé dal punto di vista della verità: ciò che crediamo è vero o falso? È verità o illusione o addirittura inganno deliberato?
Moltissime energie intellettuali si sono spese per rendere conto della fondatezza della fede e rispondere a ogni tipo di obiezione, fin quasi a identificare la fede, a volte, con un sistema di idee.
D’altra parte, sappiamo bene che le idee non bastano: per essere autenticamente religiosi si deve non solo credere nella verità, ma anche agire bene. Quasi tutte le religioni sono molto attente al comportamento morale dei loro fedeli e anche chi non è capace di dare una definizione del bene morale è capace fin da piccolo di distinguere istintivamente il giusto dall’ingiusto, il bene dal male.
Ma oltre la verità e il bene, è importante anche la bellezza.
Nelle religioni c’è molta bellezza e il cattolicesimo italiano in particolare ha prodotto in passato la maggior parte delle opere d’arte religiose del pianeta. I nostri antenati cercavano di veicolare il messaggio cristiano attraverso la bellezza e non avevano paura di investire per questo anche grandi somme di denaro.
Negli ultimi decenni le cose sono cambiate: nel tentativo di liberarsi dal lusso superfluo e dagli orpelli ridicoli di cui si circondava il potere religioso, nella Chiesa si è un po’ persa la via della bellezza. Le nuove chiese sono quasi sempre brutte e l’arte contemporanea non vi è entrata.
Eppure, il mistero della Trasfigurazione del Signore è un mistero di bellezza.
Pietro, Giacomo e Giovanni sul monte hanno visto risplendere Gesù di una bellezza ultraterrena.
Non sono arrivati a comprendere una nuova idea e non hanno ricevuto precetti da mettere in pratica, a parte quello di mantenere per un po’ il silenzio su quanto avevano visto: hanno “solo” contemplato lo splendore del volto del Signore Gesù.
Confesso che anch’io mi scopro troppo poco attento a questo aspetto della fede, mentre oggi, specialmente oggi, in questa epoca dei mezzi di comunicazione sempre più perfezionati, la maggioranza delle persone cerca bellezza ed emozioni, più che idee interessanti ed esortazioni morali.
Tantissime persone che forse non vanno mai a Messa vengono a visitare la nostra chiesa di Santa Sofia perché è bella nella sua austera semplicità e magari alcuni di loro si fermano anche a dire una preghiera perché questo ambiente suggerisce loro il raccoglimento.
La nostra Messa domenicale delle 19:00 è sempre più frequentata dai parrocchiani – e me ne rallegro – perché è partecipata da molti giovani universitari, alcuni dei quali cantano in coro e così trasmettono un senso di festa e di gioia.
La bellezza non è un “di più”, un lusso superfluo, un’ostentazione o una performance: la bellezza vera, semplice, non artefatta, è lo splendore esterno della verità e della bontà, è la via che attraversa i nostri sensi per arrivare al nostro cuore, più che al nostro cervello o alle nostre mani.
Preghiamo perché il Signore doni anche oggi alla sua Chiesa di riflettere un po’ della sua bellezza per comunicare ai fedeli e a tutte le persone la sua gioia.


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