Meditazione Tutti i Santi 01/11/2023

All’inizio della Messa, nella preghiera “colletta” ci siamo rivolti a Dio che oggi dona alla sua Chiesa «la gioia di celebrare in un’unica festa i meriti e la gloria di tutti i Santi». Tutti i Santi, anche quelli che non sono stati canonizzati ufficialmente, quelli che soltanto Dio e pochi altri hanno conosciuto e apprezzato.
Perché celebriamo «i meriti e la gloria di tutti i Santi», anche se in senso stretto nessuno può vantare dei meriti davanti a Dio, dato che è lui a darci il desiderio e la forza di compiere il bene?
Lo facciamo perché è giusto farlo.
Il mondo tributa onori solenni e celebra funerali di stato a coloro che sono stati potenti… perché sono stati potenti, anche se alcuni di loro hanno scatenato guerre, hanno nascosto la verità o magari hanno abusato del loro potere personale per il loro esclusivo tornaconto. Il mondo si inchina davanti al potere e lo adora, tributando grandi onori a chi lo possiede.
La Chiesa invece onora il bene, la misericordia, il servizio, l’umiltà e il nascondimento. Adora Dio, da cui provengono tutti questi valori, e onora (venera, non adora) tutti coloro che li hanno vissuti.
Le persone che hanno vissuto con fede e pazienza per lungo tempo, o addirittura per tutta la vita, l’infermità e la malattia; quelli che hanno perdonato e amato chi li ha fatti soffrire; quelli che hanno scelto di spendersi nel servizio senza ricevere nulla in cambio, a volte nemmeno un grazie; quelli che hanno compiuto il proprio dovere pagando di persona; tutti quelli che hanno messo da parte se stessi per far posto agli altri e alla volontà di Dio… noi oggi li onoriamo: ci inchiniamo davanti a queste nostre sorelle e a questi fratelli perché riconosciamo che la vera grandezza di un essere umano è quella che loro hanno vissuto, non il potere e la ricchezza.
Già nel XII secolo S. Bernardo di Chiaravalle si chiedeva il perché di questa festa: perché onorare i santi qui in terra se in cielo Dio stesso li onora? «I santi non hanno bisogno dei nostri onori e nulla viene a loro dal nostro culto. Quando ne veneriamo la memoria facciamo i nostri interessi, non i loro». Ovviamente aveva già pronta la risposta: la festa dei santi suscita in noi buoni desideri.
Prima di tutto il desiderio di essere con loro per sempre. Quando ripenso a certe persone che ho conosciuto nella mia vita, santi forse minimi, ma veri, vorrei tanto godere della loro compagnia per tutta l’eternità, poter stare vicino a loro, ritrovare il loro sguardo e il loro sorriso, scaldarmi il cuore con la loro bontà.
Poi S. Bernardo nominava un secondo desiderio, che forse è il primo: «quello che Cristo, nostra vita, si mostri anche a noi come a loro». Poter sentire rivolta anche a noi quella frase: «Servo buono e fedele… sei stato fedele nel poco… prendi parte alla gioia del tuo padrone» (cf. Mt 25,21.23). Onorando la vita buona dei santi noi chiediamo a Dio di darci il desiderio efficace di vivere la loro stessa obbedienza allo Spirito Santo e di condurci a essere per sempre con il Signore Gesù, come loro, accolti dall’abbraccio del Padre.
All’interno di questi due desideri, allora, ce n’è sottinteso un altro: imitare la loro vita. Il mondo cerca di stimolare attraverso i nostri sensi il desiderio del potere, della ricchezza, del piacere e dell’apparire; la vita dei santi ci tocca più in profondità e ci fa desiderare cose completamente diverse. Perciò siamo pieni di gratitudine nei confronti di queste nostre sorelle e di questi fratelli perché hanno mostrato e mostrano ai nostri occhi il bene come desiderabile e possibile, non lontano da noi e fonte della vera gioia.


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