Molte volte mi è capitato, dopo aver letto il racconto della Passione o dopo averne parlato, di sentirmi rivolgere la domanda, con queste o altre parole: “Era proprio necessario tutto questo dolore? Perché Gesù ha dovuto soffrire così?”.
Nel corso dei secoli sono state date risposte anche molto diverse, segno che questa sofferenza è un mistero nel quale possiamo entrare solo con molta difficoltà e solo parzialmente. Tuttavia è lecito porsi la domanda e cercare una risposta che possa essere accolta con la nostra mentalità di oggi, come nei secoli passati le generazioni precedenti hanno trovato le loro risposte.
Io vorrei provare quasi a capovolgere la domanda e mi chiedo: che cosa sarebbe successo se Gesù non fosse stato crocifisso, se avesse trovato un altro modo per salvarci?
La prima cosa che mi viene in mente è la solitudine di tutti coloro che soffrono, di tutti i crocifissi della storia. Tutti quelli che soffrono e hanno sofferto in ogni tempo hanno potuto guardare al crocifisso sapendo di non essere soli, sapendo che Dio non è lontano da noi e dai nostri dolori, ma li ha condivisi, li ha sperimentati letteralmente sulla propria pelle. Quante volte le persone umane si immaginano Dio lassù nei cieli, spettatore muto e impotente o addirittura indifferente al dolore umano, mentre invece in Gesù Dio si è rivelato partecipe della nostra sofferenza e della nostra morte.
Ma il dramma della passione è anche la rivelazione dei molti volti del peccato: senza di esso resterebbero occulti l’avidità di Giuda, la pigrizia e la viltà dei discepoli, l’invidia dei farisei, il cinismo dei sacerdoti del tempio, la ragion di stato, l’ingiustizia e l’opportunismo di Pilato, la vanità di Erode, la violenza gratuita e bestiale dei soldati romani e dei servi, l’ottusità e l’indifferenza della folla manipolabile e manipolata… Chi può dirsi del tutto estraneo rispetto al male che crocifigge vittime innocenti?
Contemporaneamente, la passione è rivelazione della misericordia di Dio che arriva a perdonare anche la cattiveria più feroce. Come dubitare del perdono di Dio, se Gesù è arrivato a perdonare quelli che lo torturavano e uccidevano, proprio mentre lo stavano facendo? L’annuncio del perdono e della misericordia di Dio, senza la passione di Gesù, sarebbe astratto e in definitiva, per molti, meno credibile.
Così pure l’annuncio della risurrezione, senza la morte di Cristo, sarebbe una speranza senza fondamento. Fin da quando l’uomo di Neanderthal seppelliva i defunti, nella specie umana si è fatta strada la convinzione o almeno la tenue speranza che non tutto finisca con la morte, che ci sia dopo di essa un’altra forma di vita. Ma come esserne sicuri? Solo la risurrezione di Cristo ci conferma che il nostro desiderio di vita, di vita eterna, ha un fondamento sicuro. Ma la risurrezione richiede prima una morte, e Gesù flagellato, crocifisso e trapassato dalla lancia è veramente morto. Quelli che lo hanno visto morire così non potevano inventarsi la sua risurrezione e offrire volentieri la loro vita per colui che sembrava aver deluso tutte le loro attese. È la croce del Signore che ci ha aperto gli occhi sulla speranza della risurrezione.
Il terribile dolore della passione rimane scandaloso ai nostri occhi e in fondo è giusto così: il dolore, soprattutto quello causato dalla violenza, deve ripugnare a una coscienza sana, ma anche se non riusciamo a comprenderlo del tutto, contemplando la passione di Gesù sappiamo di non essere soli nel nostro dolore, comprendiamo la terribile realtà del peccato, riceviamo il gioioso annuncio del perdono e della misericordia di Dio e ci apriamo alla speranza della vita eterna.
Soprattutto crediamo che l’amore di Dio non è un sentimento vago e romantico, ma una passione – in tutti i sensi – che ci chiede una risposta. Il bacio della croce che celebriamo in questa sera non è solo una devozione sentimentale: tenendo sempre davanti agli occhi nella nostra vita il crocifisso, ci è data la motivazione e la forza di amare e perdonare a nostra volta, perché e come Gesù ci ha amati e perdonati.
Meditazione Venerdì Santo 18/04/2025
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